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Vino online, per Intesa San Paolo una chiave per crescere nel 2022

(Redazione) Si avvicina la stagione dei bilanci per l’esercizio 2021 ed anche il mondo del vino, anche online, si prepara a far di conto. Con aspettative molto alte dopo i risultati maturati nel 2020 – anno di pandemia, ma indubbiamente positivo per il settore – : per Intesa San Paolo quest’anno è attesa una progressiva normalizzazione della domanda e della produzione, con una crescita del fatturato settoriale e dei volumi venduti, un ridimensionamento della domanda nel canale moderno e una ripresa dei consumi nel fuori casa. Le indicazioni disponibili sui flussi di commercio estero sono molto positive: nei primi sei mesi del 2021 l’export di vino italiano ha superato i 3,3 miliardi di euro, in crescita del 15,6% rispetto allo stesso periodo del 2020 (+10,8% rispetto al primo semestre del 2019).

Le prospettive per il 2022

Nel 2022 è ipotizzabile un ulteriore incremento in valore di produzione e consumi di vino. Il fattore online si consoliderà. Non crescerà ai ritmi del 2020, ma resterà un canale su cui le aziende continueranno a fare investimenti. L’esplosione che ha avuto in questi mesi probabilmente porterà, anche una volta tornati a una nuova normalità, a una diversificazione dei canali di distribuzione.

Il canale del vino online arriva infatti da una stagione eccezionale:  secondo l’osservatorio Wine Monitor di Nomisma, gli acquirenti di vino sul web (sul totale di chi consuma vino) sono passati dal 17% del 2018 al 27% del 2020. Le vendite digitali in Italia negli ultimi 5 anni sono cresciute a un tasso medio annuo del 30%, restando comunque su cifre molto piccole. Il 2020 ha fatto raddoppiare il fatturato, con un valore di vendite di vino online di poco superiore ai 200 milioni di euro, dato che, raffrontato sul totale, resta ancora a livelli bassi, circa il 7% di quello che è il valore di vino venduto tramite la GDO. Senza la pandemia, per arrivare a quelle cifre ci sarebbero voluti altri 5 anni.

Renzo Simonato, responsabile Direzione Agrobusiness di Intesa Sanpaolo

Vino online, parla Renzo Simonato

Renzo Simonato, responsabile Direzione Agribusiness Intesa Sanpaolo evidenzia: “Il vino è una delle principali componenti di valore del Made in Italy, riconosciuto in tutto il mondo. Per mantenere a lungo termine questo primato ci sono dei fattori imprescindibili a cui gli imprenditori della filiera vitivinicola devono ispirarsi quali l’internazionalizzazione, l’innovazione tecnologica, l’integrazione con le attività turistiche e la formazione del capitale umano».

E i numeri del primato parlano chiaro: nel 2020 il fatturato complessivo del settore vitivinicolo è stato di 11,5 miliardi, pari al 10% del fatturato dell’industria agroalimentare italiana. La produzione raggiunta è pari a 49 mln di hl con una crescita del 3% rispetto al 2019 grazie al lavoro di circa 310 mila aziende, in calo negli ultimi anni. La maggior parte hanno sede in Puglia (37.498), a seguire la Sicilia (36.335), la Campania (36.262), il Veneto (30.636) e la Toscana (21.708).

Il vino italiano in cifre: maggiori certificazioni in Europa

In relazione alla distribuzione regionale del vigneto in Italia, il Veneto è la prima regione con vite da vino nel 2020, con un totale di 99.700 ettari, in crescita del +2,5% rispetto al 2019. Segue la Sicilia con 98.300.

Anche a livello di produzione il Veneto si classifica saldamente al primo posto, con oltre 11 milioni di ettolitri (media 2016-2020), seguito da Puglia (9 milioni), Emilia-Romagna (circa 8 milioni) e Sicilia (oltre 4 milioni).

L’Italia è prima in Europa nelle certificazioni geografiche di qualità in ambito enologico con 526 vini certificati di cui 408 DOP e 118 IGP. Produzioni che, grazie al plus della qualità e all’origine italiana, hanno sui mercati internazionali performance commerciali migliori rispetto ai vini da tavola.

Nel 2020 l’Italia ha riconquistato il ruolo di primo paese esportatore mondiale in volume di produzione di vini; si è invece posizionato al secondo posto in valore con una flessione contenuta nel 2020.

Nell’export di vini i principali clienti dell’Italia sono in ordine Stati Uniti, Germania e Regno Unito con la Cina che permane uno dei mercati con interessanti potenzialità di crescita. La quota di mercato mondiale detenuta dall’Italia per i vini fermi è aumentata nei vini in fascia alta. Su questi, l’Italia è passata dal 15% nel 2008 al 31% nel 2018. Quasi assente sugli spumanti di fascia alta, mentre cresce nella fascia bassa e media.

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