23 marzo 2022
(di Alessandra Piubello) L’annata 2020 del Chianti Classico alla prova del calice ha dato il meglio di sé. Se già i presupposti climatici di un’annata equilibrata (estate calda, ma con buone escursioni termiche tra il giorno e la notte, piogge nei periodi giusti a giugno e settembre senza stress idrico delle piante, per fare qualche esempio) facevano ben sperare, di fatto il lavoro svolto anche in vigna durante il periodo pandemico dai viticoltori, si è tradotto in vini fragranti, equilibrati, dinamici e vibranti.
Freschezza e agilità che invogliano alla beva, accompagnate dalla finezza nella trama dei tannini. Vini tutt’altro che semplici, dotati come sono di buon corpo (sempre di Sangiovese si tratta!) e poliedrici.
L’uso dei legni è ben dosato, il giusto peso per dare armonia ad un frutto luminoso e polposo. Sembra proprio che i produttori del Gallo Nero abbiano dato il massimo per darci una buona e significativa memoria del 2020 e tentare di farci dimenticare l’annus horribilis pandemico!