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Terre d’Oltrepò, voglia di crescere partendo dal pinot nero

13 aprile 2023

(di Elisabetta Tosi) Una realtà da oltre 4500 ettari di vigneto, più di 600 soci, e tre siti produttivi: Broni, Casteggio e Santa Maria La Versa. Terre d’Oltrepò è la più grande cooperativa lombarda e si prepara a scrivere un nuovo capitolo della sua storia. L’occasione è stata la presentazione della nuova linea di quest’ultimo, tenutasi nello stand della cantina nel corso dell’ultimo Vinitaly, con un brindisi con il Testarossa, il loro spumante metodo classico più famoso.

“La Versa è la nostra punta di diamante e noi vogliamo andare in questa direzione” ha spiegato Lorenzo Callegari, presidente della cooperativa, a sinistra nella foto. “In più di cento anni di produzione, La Versa è rimasta fedele all’idea originaria del suo fondatore, Cesare Gustavo Faravelli, che il 21 maggio 1905 decise, con i primi ventidue soci, di produrre vini di ottima qualità, capaci di esprimere al meglio le caratteristiche delle migliori uve del suo territorio natale. E oggi è un brand riconosciuto e premiato anche a livello internazionale”. Celebrazioni a parte, quello che aspetta oggi la cantina è un lavoro di trasformazione per accompagnare una crescita qualitativa che oggi appare ancora in parte inespressa.

“Dobbiamo iniziare a fare ordine. Ci daremo delle priorità, la prima delle quali è il miglioramento della retribuzione dei soci”. Corrado Gallo, enologo trentino  formatosi nell’Istituto di San Michele all’Adige, è da qualche mese il nuovo direttore generale di Terre d’Oltrepò, ma per molti anni è stato direttore generale della Cantina di Roverè della Luna (TN).

“A livello produttivo, dobbiamo individuare qual è il prodotto su cui dovremmo puntare di più – spiega – .  Io vengo dal Trentino, una regione che ha trovato il suo prodotto più emblematico nel Trentodoc. Certo, siamo stati anche fortunati, perché l’abbiamo lanciato nel momento giusto, quando cioè esplodeva il fenomeno delle bollicine, accompagnandolo con l’immagine delle montagne e del nostro territorio,  ma quello è stato il punto di partenza. Qui in Oltrepò il vitigno su cui puntare a mio avviso è il pinot nero, per tanti motivi: perché qui c’è il vigneto più esteso d’Italia, perché il territorio è vocato per esso, e perché il pinot nero è un vitigno versatile, si presta sia a vino fermo che a quello spumante”.

Ogni anno Terre d’Oltrepò produce circa 3 milioni e mezzo di bottiglie ogni anno, ma di queste solo 500 mila sono a DOCG; la maggior parte infatti sono Vini Spumanti di Qualità (VSQ) “Prima di arrivare qui non sapevo nemmeno cosa fossero, i VSQ – sorride Gallo – Perciò mi sono permesso di chiedere che nella linea che uscirà entro la fine di quest’anno tutti i prodotti a marchio La Versa siano DOCG. I primi a credere nei nostri prodotti dobbiamo essere noi. Ho perfino osato chiedere che la versione rosé dello spumante si chiami Cruasè, e qualcuno ha storto il naso. Perchè? Per arrivare a fare il Cruasè è stato fatto un lavoro importante, e adesso che il prodotto esiste, perchè non usarlo?”.

Anche se il canale della grande distribuzione resta ad oggi quello più importante, non mancano le soddisfazioni dall’HoReCa: “Stiamo ottenendo dei bei risultati perchè il rapporto qualità prezzo delle nostre bottiglie è competitivo, ma da trentino-altoatesino mi son permesso di dire che un “Progetto HoReCa”  parte sempre dalla campagna. E’ una questione di credibilità. E anche se siamo bravi, perchè riusciamo ad avere dei buoni risultati nonostante non ci sia ancora un vero e proprio progetto qualità – conclude l’enologo – quello è un  percorso che va intrapreso comunque”.

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