Un grande imprenditore del vino qualche anno fa era solito raccontare come, sebbene ufficialmente disprezzasse l’idea e mai si sarebbe sognato di metterle in linea di produzione, nella realtà, nelle sue domenicali gite in barca, trovasse il vino in lattina molto pratico e comodo. Per un uso “scanzonato”, senza obblighi di perfetta mescita e corretta degustazione, perfetto per spuntini veloci, senza troppe pretese in un clima di totale relax.
Ragioni non lontanissime da quelle esposte da una start-up scaligera che ha realizzato una linea di vino in lattina puntando sì ad un consumo easy, spensierato, tipico di una fascia di consumatori – quelli più giovani – che mai hanno frequentato né vorrebbero frequentare corsi da sommelier o sorbirsi lezioni chilometriche sulle caratteristiche organolettiche di un vino. Una lattina per brindare, per stare insieme, pensate per un consumo moderato, con poco alcol e poche calorie.
La start-up veronese si chiama W1neshot, due i vini – bianco o rosé -; sono vini da tavola italiani generici non Doc né tantomeno Docg; 10 i gradi, la can è da 200 millilitri così da contenere i consumi ed evitare gli sprechi. A guidarle l’imprenditrice ed enologa Elisa Di Stefano, che conta sulla collaborazione dell’enologo Enrico Nicolis. Spiega Di Stefano: «Nasce tutto da un dialogo con mia figlia e i suoi amici che, giovanissimi, mi hanno spiegato come sia difficile per loro pensare di avvicinarsi al mondo del vino con naturalezza. Venendo io poi dal mondo di studi di enologia, ho voluto oggi provare questa sfida».
«Il progetto nasce da vini selezionati da produttori di tutta Italia: un vino da tavola ma né Docg né Doc» aggiunge Nicolis. «Un vino immediato, fruttato e potente, fresco e leggero. Un vino prima di tutto buono, che è stato studiato perché, pur portato in lattina, mantenesse tutte le sue caratteristiche di qualità».