Vinophila 3D Wine Expo - L' Expo per Vino, Birra e Bevande Alcoliche

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Minacce e opportunità per il vino oggi: cosa ci hanno detto gli operatori intervistati a Vinitaly.

Lorenzo Biscontin

Come Vinophila quest’anno stiamo realizzando un’inchiesta chiedendo agli operatori che incontriamo le stesse due domande:

  • Qual è la principale minaccia oggi per il vino?
  • Quale la principale opportunità?

Le domande sono volutamente aperte, ampie e improvvise, nel senso che non le anticipiamo, perché vogliamo che le risposte siano istintive, che le persone dicano quello che nella ricerca di marketing si chiama “top of mind” senza rifletterci troppo e quindi senza gli auto-condizionamenti che portano a dire quello che si ritiene “appropriato” per i più svariati motivi.

Le abbiamo chieste a tutte le persone che abbiamo intervistato per i nostri articoli, a qualsiasi titolo e su qualsiasi argomento.

Poi abbiamo proseguito al ProWein, pubblicando le interviste sui nostri social e tirando delle somme di sintesi nell’articolo pubblicato su questo sito lo scorso 11 aprile.

Stessa cosa abbiamo fatto a Vinitaly, anche in questo caso le singole interviste sono già state pubblicate sui nostri social e in questo articolo cerchiamo di veder in maniera organica tutte le risposte ricevute.

Cominciamo col dire che la visione degli operatori italiani è più articolati rispetto a quelli stranieri intervistai al ProWein. Se questi ultimi infatti concordavano unanimemente sulle due minacce del cambiamento climatico e calo dei consumi, solo l’ordine delle priorità si invertiva passando dall’emisfero nord a quello sud, lo spettro delle minacce secondo i nostri connazionali è più ampio.

Ovviamente cambiamento climatico e calo dei consumi sono stati citati da diversi degli operatori intervistati, ma alla base del calo dei consumi si vedono cose diverse. Chi lo riconduce ad un cambiamento strutturale, culturale, dei comportamenti di consumo, chi alla demonizzazione del vino in quanto bevanda alcolica tout-court, chi alla contrazione economica ed all’incertezza per la situazione socio-politica globale.

Altrettanta importanza viene data alla minaccia rappresentata dalla scarsa propensione all’innovazione che caratterizza il settore a 360° gradi: di prodotto, di comunicazione, di packaging, ecc..

Interessante notare come due intervistati abbiano indicato come minaccia i vini dealcolizzati (per usare la terminologia ufficiale UE) in quanto mettono in dubbio la qualità, le caratteristiche ed i valori storici del vino. Segno che la visione nei confronti di questa categoria è ancora dibattuta.

Le opportunità sono spesso viste specularmente alle minacce, soprattutto nella capacità di saper cogliere i cambiamenti di scenari in atto per intercettare, mantenere o riconquistare gli stili di consumo. Dal profilo dei vini, anche dealcolati, ai mezzi e contenuti della comunicazione, ecc… vanno trovati nuovi modi per coinvolgere i consumatori, particolarmente quelli delle fasce più giovani.

In questo può giocare un ruolo l’enoturismo, con la sua capacità intrinseca di avvicinare le persone al vino, ai suoi luoghi, a chi lo fa, alla sua storia ed alla sua cultura.

Ovviamente la nostra inchiesta non ha valore statistico, ma sarebbe sbagliato sottovalutare l’utilità delle ricerche qualitative. Fergal Quinn, il fondatore della catena di supermercati irlandese Superquinn assisteva ai focus group organizzati settimanalmente con i clienti dei suoi punti vendita perché diceva che la loro utilità sentire l’opinione generale, ma cogliere lo spunto di quell’unica persona che aveva ragione.

La ragione però non è assoluta: una cosa che funziona per una cantina non funzionerà per un’altra.

Vi invitiamo quindi ad andare nella sezione on demand dell’Area Eventi del nostro metaverso e guardare la playlist con tutte le interviste per trovare lo spunto giusto per voi.

Noi da parte nostra prendiamo quello di Carlotta Gori, direttrice del Consozio del Chianti Classico che come minaccia ha citato l’attacco al consumo di vino in quanto bevanda alcolica, ma allo stesso tempo raccomanda di non comunicare costantemente le negatività del settore perché si finisce per ampliarne la percezione.

E come opportunità segnala l’affermazione del vino come prodotto legato a civiltà, culture e storie dove i produttori sono custodi dell’ambiente.

Ovvero credere nella modernità dei valori classici legati al vino, perché corrispondono in larga misura a quelli ricercati da ampie fasce di mercato. Basta ricordarsi di aggiungerci un po’ di allegria e di empatia.

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