Il mondo del vino italiano segna la data di oggi sul calendario e spera di incassare un po’ di dividendi dall’inserimento della cucina italiana – prima al mondo nella sua interezza – nel patrimonio culturale immateriale Unesco. Spaghetti, pizza e mandolino nel pantheon dell’umanità tutta forse farà un po’ ridere, ma se pensiamo alla filiera del settore, alla forza evocativa che genera, agli scambi commerciali e, paradossalmente, anche al peso stesso dell’italian sounding non possiamo che trovare ragioni di soddisfazione.
Veronafiere ricorda come la candidatura sia nata nel 2023, con un brindisi al Vinitaly (nella foto il presidente Bricolo con la premier e il ministro all’Agricoltura) che si è trasformato oggi in un riconoscimento Unesco: il traguardo di un percorso annunciato dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni, insieme al ministro all’Agricoltura Francesco Lollobrigida e al sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzi, proprio tra i padiglioni della principale manifestazione internazionale del vino italiano.
Così non stupisce che il mondo del vino italiano oggi abbia stappato bottiglie di spumante: «Come Veronafiere vogliamo congratularci per questo risultato con tutto il sistema-Italia. Si tratta di un riconoscimento che dà ancora più valore alla straordinaria ricchezza enogastronomica del nostro Paese e dà forza alle imprese del vino, del food, dell’olio extravergine di oliva e della ristorazione» commenta Federico Bricolo, presidente di Veronafiere, proprio oggi a New Delhi per una nuova tappa delle preview di Vinitaly nel mondo.
«Per la Cucina italiana quello a Patrimonio culturale immateriale dell’umanità Unesco è un riconoscimento ‘alla carriera’, ma con ancora lunghi secoli davanti. E il mondo del vino italiano esulta, perché è parte di essa: in tavola assieme alla Cucina italiana c’è anche il ‘suo’ vino. Condividiamo però quanto affermato dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni: la Cucina italiana è anche ricchezza e lavoro. E il vino contribuisce in maniera determinante anche a questi aspetti – che non sono solo immateriali –, con un saldo commerciale attivo con l’estero per circa 7,5 miliardi di euro l’anno» questo, invece, il commento del presidente di Unione italiana vini (Uiv), Lamberto Frescobaldi.
«Da New Delhi, con Vinitaly, vediamo quanto il vino italiano e la nostra cucina siano un riferimento per operatori e consumatori – prosegue Bricolo – e Veronafiere continuerà a fare la propria parte con la sua rete di manifestazioni che comprende Vinitaly, Vinitaly and the City, Vinitaly Tourism, SOL Expo e Fieragricola: piattaforme che accompagnano sui mercati internazionali le aziende».
Eppoi, soprattutto, citando Paolo Conte, “… i francesi che s’incazzano...”. Pensate quanto avremmo rosicato a parti invertite.
