Vinophila 3D Wine Expo - L' Expo per Vino, Birra e Bevande Alcoliche

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Il vino salvato dagli eventi locali.

Lorenzo Biscontin

Comincio questo articolo riportando un aneddoto raccontato recentemente su Linkedin da Priscilla Hennekam, giovane consulente australiano-brasiliana del settore vinicolo.  

Il settore vinicolo è l’unico che conosco che dice ai propri consumatori che SBAGLIANO.

Stavo facendo colazione con Eduardo Cruz (produttore brasilaino, N.d.A.) nel nostro hotel in Germania (durante il ProWein, N.D.A.) ed abbiamo cominciato a parlare delle giovani generazioni e dei moderni comportamenti di consume. Uno dei camerieri era intorno ai 20 anni e quindi Eduardo gli ha chiesto “Tu bevi vino?”.

Il giovane cameriere gli ha risposto “Si, a volte con i miei amici di pomeriggio. Mio zio mi dà ogni mese un cartone di vino costoso, ma a me non piacciono, preferisco quelli più economici”.

Un uomo seduto al tavolo di fianco a noi ha sentito la conversazione ed è intervenuto “Perché bevi i vini economici quando puoi bere quelli costosi cheti dà tuo zio? Non ha nessun senso”. Il povero giovane cameriere ha cominciato ad essere nervoso ed ha cercato di giustificarsi dicendo “Prima non bevevo vino in assoluto, adesso lo bevo, forse il mio palato maturerà con il tempo”, al che l’uomo seduto di fianco ha risposto “Si, devi crescere”.

Tra i commenti trovo particolarmente interessante quello di Emanuele Mazzola, panettiere (come si definisce lui) italiano bakery executive chef di Cipriani New York:

Questo è esattamente il motivo per cui a volte io bevo birra invece di vino, alcune persone mi fanno sentire scomodo quando scelgo vini economici, come se dovessi vergognarmi. Quindi bevo birra. Molto male per il settore vinicolo.

Lo trovo interessante perchè dimostra come l’atteggiamento descritto da Priscilla non sia qualcosa di occasionale, ma piuttosto la norma tra gli operatori e gli appassionati del settore.

Ad ulteriore conferma (è l’ultima citazione, promesso) cito il commento allo stesso post di Robert Joseph, celebre giornalista e consulente inglese:

“Un critico di vino nel Regno Unito recentemente ha suggerito sui social media che apprezzare quello che considerava un vino “sbagliato” fosse un “fallimento morale.”

(le traduzione dall’inglese sono mie, se volete l’originale lo trovate qui).

In questo scenario come far avvicinare al vino nuovi consumatori? Forse la risposta può venire dagli eventi locali.

Non so se c’erano già prima ed io non me ne rendevo conto, ma mi sembra si notare un forte aumento di eventi di ambito provinciale / regionale / sovraregionale che riuniscono produttori sia provenienti dal territorio, che da tutta Italia e dall’estero.

Di alcuni abbiamo già parlato qui su Vinophila e continueremo a parlare di quelli che verranno.

Tutti questi eventi hanno in comune due elementi:

  • Sono rivolti soprattutto al consumatore finale, piuttosto che agli operatori del settore.
  • Le cantine che partecipano sono piccoli produttori.

Molti prevedono la possibilità di acquistare direttamente in “fiera”, concretizzando al massimo il concetto di conoscenza diretta tra produttore e consumatore.

Soprattutto tutti propongono un profilo di festa, festival, “convivio” più che di “liturgia”.

Luoghi e situazioni in cui passare un pomeriggio piacevole che, anche grazie alla diffusione e prossimità sul territorio, possono coinvolgere persone a cui piace il semplicemente piace senza bisogno di essere (o apparire) appassionati esperti.

Luoghi e situazioni in cui (speriamo) le persone non devono vergognarsi dei propri gusti.

Perché continuare a predicare ai convertiti, da una parte porta alla premiumization, ma dall’altra all’espianto dei vigneti.

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Vinophila 3D Wine Expo - Il metaverso per Vino, Birra e Bevande Alcoliche

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