Siamo già al conto alla rovescia per il “Trentodoc Festival” che alla fine di settembre – dal 26 al 28 – animerà Trento e le sue cantine con le “bollicine di montagna”. Parliamo di un metodo classico, prodotto in altura (sia per evidenti ragioni morfologiche sia per il riscaldamento globale che ha costretto ad innalzare il livello dei vigneti) che è riuscito negli ultimi anni a diventare un protagonista del mercato e un “nuovo” ambasciatore di tutto l’agroalimentare atesino.

La crescita qualitativa è stata costante negli anni – non si partiva male, questa resta comunque pur sempre la patria del Ferrari… – così come l’apprezzamento di giudici e mercato. Insomma, ci sono tutte le condizioni per provarne uno per voi. Abbiamo scelto un “blanc de noirs” ovvero uno spumante prodotto con uve a bacca rossa, il pinot nero, vinificato in bianco quindi senza contatto della buccia col mosto. E abbiamo scelto come produttore una “cantina di cantine”, ovvero un vino realizzato da Cavit (Cantina Viticoltori del Trentino) che è infatti una società cooperativa che unisce 11 cantine sociali trentine con oltre 5mila viticoltori associati.

Questa massa produttiva di partenza consente a Cavit di selezionare le parcelle migliori di uve e di vino. E’ il caso di questo Trentodoc le cui uve provengono dalla val de Cembra (nota per la mineralità che cede ai suoi vini) e dalla collina di Trento; vigneti posizionati attorno ai 600 metri di altitudine. L’annata 2020 è stata quella che si dice “un’ottima annata” con una buona distribuzione delle piogge, assenza di stress delle viti, una bella escursione termica fra giorno e notte nell’ultima fase della maturazione. La resa nei vigneti è stata di 60 quintali/ettaro e la vendemmia è stata manuale.
Nel bicchiere troviamo un metodo classico di grande qualità, dall’evidente personalità, che si presenta brillante nel bicchiere e dal profumo intenso dove si avvertono note floreali e fruttate mature (ad esempio, frutta a pasta gialla come albicocche e pesche mature). Va bene dall’aperitivo – senza usarlo nella mixology, per carità – sino ad un pasto completo dove supporta bene sia piatti di pesce che di carne. Quello che promette al naso conferma al palato dove emergono chiaramente anche i sapori della frutta secca e della nocciola. E’ invitante e a noi è piaciuto molto. Il prezzo – sopra i 30€ nei principali e-commerce nazionali – è coerente con la qualità di questo vino, uno dei Trentodoc più interessanti in circolazione