Lorenzo Biscontin
In vista della prossima edizione di Wine Paris, che si terrà come sempre al Paris Expo Porte de Versailles, l’organizzatore Vinexposium ha rilasciato un comunicato stampa che rivela quale sarà l’impostazione della fiera.
La visione rimane quella di una manifestazione che vuole essere un alleato del settore, cogliendone le tendenze ed indicando i percorsi di sviluppo, consolidando il ruolo di principale fiera mondiale acquisito nel giro di un paio d’anni.
La proposta della prossima edizione di Wine Paris si basa su tre pilastri in cui sarà organizzato lo spazio espositivo: Wine Paris, Be Spirits e Be No. Questo per riflettere le attuali tendenze del settore delle bevande alcoliche ed il relativo allargamento delle proposte che trovano oggi sul mercato.
A Wine Paris 2026 parteciperanno oltre 6.000 espositori provenienti da 60 Paesi e si prevede arriveranno oltre 60.000 visitatori da 155 mercati.
Rispetto alla scorsa edizione ci saranno nuove aree espositive nazionali per Croazia, Repubblica Ceca, Romania, Cipro, Turchia, Nuova Zelanda e Germania.
Appare quindi giustificata la soddisfazione di Nicolas Cuissard, Direttore di Wine Paris, nel dichiarare “La portata globale di Wine Paris si amplia ogni anno, alimentata dall’arrivo di nuovi Paesi espositori. Questa diversità geografica attrae acquirenti chiave di ogni provenienza, creando una leva concreta per l’export”. Soprattutto si conferma la visione internazionale che caratterizza Wine Paris, molto diversa da quella prettamente franco-centrica che si trovava a Bordeaux.
Be Spirits è invece la sezione della fiera dedicata al settore dei liquori e distillati, un settore in realtà molto diverso da quello del vino per struttura, dinamiche ed operatori. Si potrebbe definirlo come un’altra fiera che con Wine Paris condivide date e luogo di svolgimento.
Anche per Be Spirit sono previsti numeri in crescita rispetto ai 300 espositori da 34 Paesi presenti nel 2025, con nuove aziende dai Paesi già presenti e sei nuove nazioni rappresentate: Filippine, Monaco, Madagascar, Panama, Bulgaria e Ucraina.
All’interno di Be Spirits sono confermati gli spazi “Infinite Bar” e “Be Spirits Stage”, focalizzati sul mondo della mixology. Si tratta di un ambito molto dinamico, dove i long drink stanno prendendo sempre più spazio rispetto ai cocktails, ampliando la gamma dei prodotti a birra, sidro, sake e Ready-to-Drink. Per i produttori di vino una visita da queste parti potrebbe dare degli spunti più interessanti rispetto ad andare a vedere cosa fanno i concorrenti diretti.
L’ultimo pilastro di Wine Paris 2026 si chiamerà “BE NO” e sarà dedicato a tutte le alternative analcoliche alle classiche bevande alcoliche, sia che vengano ottenute con de-alcolizzazione che senza fermentazione.
Niente succhi di frutta o soft drinks, ma birre, vini e spirits de-alcolizzati, Ready-to-Drink, spumanti a basa di tè e bevande fermentate come la Kombucha.
Gli espositori al BE NO arriveranno da 12 paesi, Australia compresa, a conferma della crescita che continua a trainare il segmento dei NO-LO in tutto il mondo.
Nel caso in cui la tendenza dovesse proseguire ai tassi attuali, viene da chiedersi se a Wine Paris 2027 avrà ancora senso dedicare un sezione a parte oppure se inglobarli in Wine Paris e Be Spirits nelle rispettive categorie merceologiche.
Come stanno facendo sempre più consumatori.



