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Vinitaly 2022, superato l’esame degli operatori

14 aprile 2022

(di Elisabetta Tosi) “Che bello ritrovarsi, finalmente”. Sarà che la pandemia era riuscita ad azzerare ogni evento o occasione d’incontro,  sarà che il vino ha nella convivialità e nella socializzazione una sua specifica ragion d’essere, sta di fatto che quest’anno moltissimi produttori di vino hanno varcato i cancelli della fiera di Verona con un senso di sollievo. “E’ già un successo essere tornati qui a Vinitaly” ripetevano quasi come un mantra. Al di la’ dell’euforia determinata da questa quasi normalità, l’edizione “classica” di Vinitaly appena conclusa ha riscosso l’approvazione di molti. “C’è stato molto meno pubblico, ma chi è venuto, dal professionista al semplice appassionato, era più interessato e più attento, direi più consapevole di quello che stava assaggiando – racconta Giuseppe Mannino, produttore sull’Etna con le sue Tenute Mannino di Plachi – Certo, al nostro stand sono mancati tutti gli orientali, ma c’è stato un discreto afflusso di importatori dal Nord Europa e di gente dell’ Europa dell’Est: Polonia, Bulgaria, Romania”.

“Come ritmi di lavoro, è stato il Vinitaly ideale – commenta Devis Romanelli, dell’omonima azienda umbra di Montefalco – C’è stata meno folla, quindi meno curiosi, purtroppo anche meno operatori: chi a causa del Covid, chi per la guerra tra Russia e Ucraina, sono mancati gli asiatici e un po’ di americani. Purtroppo la Cina sta facendo fatica a riprendersi – spiega – I continui apri-e-chiudi delle attività hanno creato un clima d’incertezza anche economica che sta inducendo molti importatori a cercare alternative meno costose. E alcuni vini italiani come il nostro Montefalco Rosso vengono rimpiazzati da più economici vini cileni”.

Dello stesso avviso Michele Tessari di Ca’ Rugate a Montecchia di Crosara: “Questo Vinitaly è andato come ci aspettavamo, cioè bene – commenta soddisfatto- . Abbiamo avuto la conferma che quando sei un brand affidabile recuperi in fretta il tempo perduto. La nostra scommessa su una produzione bio ci ha dato una spinta ulteriore in questa direzione: gestire in regime biologico 90 ettari in zona collinare era una sfida importante, quando si lavora in alta collina è tutto più complicato. Però l’abbiamo vinta, e questo ci ha accreditati ancora di più presso i consumatori”. 

Anche la Fiera di Verona aveva fatto una scommessa, quella che il Vinitaly avrebbe ripreso col botto la’ dove l’avevamo lasciato. E l’ha vinta.

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