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Vendemmia 2021, la raccolta nel Veneto scende del 10%

Vendemmia 2021: il vigneto veneto registra un ritardo medio di inizio
vendemmia di 8/10 giorni rispetto allo scorso anno ed un calo
complessivo della produzione di circa il -10%, con punte anche superiori
in alcune aree colpite da pesanti grandinate e dalle gelate tardive di
aprile; lo stato sanitario delle uve è al momento ottimale Da tenere
d’occhio in futuro la forte recrudescenza della flavescenza dorata
segnalata in tutte le aree produttive. Secondo i dati di
VenetoAgricoltura, nel Veneto la produzione di uva quest’anno dovrebbe
arrivare a 12,5 milioni di quintali (erano 14.039.000 milioni nel 2020);
a Bolzano quasi 400.000 quintali (440.000); a Trento 1.158.000
((1.258.700); in Friuli-Venezia Giulia 2.555.000 (3.116.300). Questa la
situazione, provincia per provincia:

Verona, preoccupa la flavescenza dorata

Dal punto di vista fitosanitario, ad oggi nell’area veronese la sanità
delle uve è buona, solo l’oidio sembra aver fatto capolino nelle colline
più sensibili. La peronospora si è vista solamente in alcuni vigneti
posti in zone di fondovalle, particolarmente favorevoli allo sviluppo di
tale fungo, oppure in questa fase finale dove i soli prodotti rameici,
non garantiscono un’adeguata persistenza. Nell’area del Soave, e
particolarmente nella Val d’Alpone a ridosso del vicentino, è esploso il
problema flavescenza dorata che risulta essere in netta crescita. Nei
vigneti stanno aumentando notevolmente i rimpiazzi delle viti
sintomatiche da flavescenza, in alcuni casi addirittura si arriva al
reimpianto totale quando le viti sintomatiche superano il 30-40 %. Nelle
principali aree di produzione si prevede: per il Garda e Pinot Grigio
Venezie un -10% di produzione rispetto al 2020; per lo Chardonnay e
altri vitigni precoci -20%; per il Valpolicella la produzione dovrebbe
risultare come da disciplinare, tranne nelle aree grandinate: per il
Soave e Soave Classico le produzioni dovrebbero essere in calo del
-5-8%; il Bardolino è in linea con la produzione del 2020 e del
disciplinare; il Custoza si annuncia in diminuzione del -15% circa,
rispetto al 2020, a causa di una forte grandinata; il Durello e l’Arcole
sono in linea con le produzioni storiche.

Treviso, elevata qualità delle uve, produzione in calo

Tutti i vitigni hanno un ritardo fenologico di 7-10 giorni rispetto al
2020. Visto il numero contenuto di grappoli presente nelle piante e le
escursioni termiche giorno/notte di questa parte finale di agosto, si
può ipotizzare un livello qualitativo delle uve molto buono, ma come
sempre molto dipenderà dall’andamento meteorologico dei prossimi giorni.
In linea di massima, quest’anno le produzioni potrebbero attestarsi su
valori nettamente più bassi rispetto allo scorso anno, soprattutto per
le varietà Pinot Grigio e Chardonnay. Anche la Glera (Prosecco) risulta
essere mediamente meno carica in termini di quantità di grappoli sulla
pianta. Si sa, però, che questo vitigno è molto generoso e se sarà
aiutato dalle piogge pre-vendemmiali potrebbe riassestare la propria
produzione su valori quasi normali. Complessivamente nella Marca si
stima una produzione inferiore di circa il 10% rispetto al 2020, in
piccola parte compensata dall’entrata in produzione di nuovi vigneti
(circa 2-3%). Pertanto, si stima quest’anno una produzione complessiva
di 5.5000.000 q.li di uva di cui 4.9500.000 a bacca bianca e 550.000 a
bacca nera.

Belluno, un’annata difficile

Annata particolarmente difficile quella di quest’anno nel bellunese. Il
protrarsi della stagione invernale ha comportato un ritardo vegetativo
che ad oggi risulta essere di una decina di giorni. L’inizio dell’annata
è stato caratterizzato da basse temperature ma anche da abbondanti
precipitazioni che hanno favorito attacchi di peronospora e botrite;
diffusa anche la presenza di sintomi di flavescenza dorata. Nell’area
sono entrate in produzione nuove superfici, ma una forte grandinata che
ha colpito le aree di Fonzaso e Feltre ha compromesso circa un 20% della
produzione (con punte anche superiori a Cesiomaggiore dove il danno
supera addirittura il 50%). In pratica, a causa dell’andamento anomalo
di inizio stagione, si registra una riduzione dei grappoli delle varietà
precoci (Pinot Nero, Pinot Grigio e Chardonnay) stimata in circa 10-20%,
mentre il vitigno Glera risulta nella media. Complessivamente, tenendo
in considerazione dell’entrata in produzione dei nuovi vigneti, si
prevede una diminuzione delle rese quantificabile sull’ordine del 5-10%
rispetto allo scorso anno.

Padova e Rovigo, in pianura hanno colpito duro le gelate di aprile

Le gelate tardive di aprile hanno colpito pesantemente l’area di pianura
della provincia di Padova e del rodigino. Anche per questo motivo,
l’annata in questo ampio areale si presenta poco carica. Fortunatamente,
grazie alle frequenti piogge estive, i grappoli nei vigneti si sono ben
ingrossati e oggi si presentano in ottima fase di maturazione. Da qui
alla raccolta servirebbero giornate calde e soleggiate e notti fresche e
arieggiate – l’auspicio di ogni viticoltore – per l’ottenimento di uve
sane. In termini quantitativi, per quanto riguarda la Glera la
produzione è in linea con la vendemmia 2020, salvo per i vigneti di
pianura danneggiati dalle gelate primaverili, dove potrebbero risultare
riduzioni tra il 20-25%. Per il Pinot Grigio si prevede una buona
produzione, salvo anche in questo caso per i vigneti di pianura
danneggiati dalle gelate tardive e dalla conseguente bassa fertilità per
cui potrebbero esserci delle riduzioni fino al 20%. Il Moscato Giallo è
invece in linea con le produzioni 2020; il Merlot potrebbe essere in
crescita anche del 10% rispetto al 2020; per il Raboso si stima una
riduzione in pianura, con punte fino al 50% in alcune aziende.

Vicenza, produzione in calo

Nel vicentino, dove la gelata di aprile ha generato danni a macchia di
leopardo, le diverse fasi fenologiche hanno registrato un ritardo
rispetto al 2020 variabile tra i 7 e i 15 giorni, stimabile sui 9-12
giorni in riferimento all’invaiatura e alla raccolta. Le gelate tardive
e la flavescenza dorata sono state la concausa di un calo stimato della
produzione. In provincia si stima complessivamente un calo produttivo di
circa il 10%, ma nelle zone in cui i problemi metereologici sono
risultati meno impattanti si ritiene che la produzione possa essere in
linea con i livelli quantitativi dello scorso anno.

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