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San Marino, il vino dell’indipendenza

04 giugno 2023

(di Carlo Rossi) Una storia affascinante. Un territorio da scoprire per gli enofili assetati di novità che soddisfano mente ed anima. Un terroir favorevole al vitigno principe ma anche al suo degno alfiere, la ribolla di San Marino. Le prime tracce ufficiali della nascita della Repubblica di San Marino – la leggenda la colloca nel 301 d.c. – risalgono agli albori dell’anno 1000.

La storia del vino sanmarinese parte invece il 30 marzo 1253 quando venne stipulato un contratto di colonia (mezzadria) d’una vigna nel fondo Valdragone tra il concedente Sabatino di San Marino e il conduttore Deutaidi di Superclo da San Marino.

Spiega Michele Margotti, nella foto, enologo e direttore di produzione alla Cantina San Marino che raggruppa il centinaio di produttori della Repubblica: «I vigneti oggi si sviluppano tra i 100 e i 450 m slm. Le varietà coltivate sono: Biancale (trebbiano toscano), Ribolla di San Marino(grechetto gentile), Moscato, Sangiovese e una piccola quota di varietà internazionali come lo chardonnay, il pinot nero, il merlot, il cabernet sauvignon e il cabernet franc Viene esportato esportiamo circa il 10% della nostra produzione corrispondente a circa 50.000 bottiglie principalmente in Germania, Giappone, USA, Brasile.

È nato da circa cinque anni il progetto per convertire tutta la produzione dei nostri soci in biologico, attualmente circa 1/3 della superficie vitata sammarinese è certificata bio, un altro terzo in conversione, contiamo nei prossimi cinque anni di riuscire a completare il progetto Bio 100%. In cantina siamo pressoché energeticamente autosufficienti grazie all’ impianto fotovoltaico installato. Il 100% dei sottoprodotti della vinificazione, vinacce e raspi, vengono utilizzati come ammendante nei vigneti sammarinesi evitando quindi il trasporto su gomma alle distillerie. Da qualche anno ci impegniamo inoltre ad alleggerire il peso delle nostre bottiglie di vetro e diminuire l’impatto degli imballi plastificati».

Vini degustati: partiamo dalla Ribolla. Un vino che si presenta giallo dorato con profumi intensi di fiori ed erba di prato. Bellissimo. Nelle acque calde e calme di un antico oceano tropicale viveva circa 15 milioni di anni fa nel miocene il titanocelus sanmarinensis, che campeggia sull’etichetta, una balenottera ora estinta. La ribolla matura lungo i pendii di questo antico mare dove i paleontologi ne hanno trovato il fossile.

Il Brugneto Riserva. Dopo la fermentazione in acciaio passa nel silenzio dell’affinamento per 18 mesi in grandi botti di rovere francese invece il Tessano, una riserva di sangiovese del 2019. Si presenta con un colore rosso rubino intenso con riflessi granato; il profumo è  fine e fruttato, prevalgono sentori di frutti rossi come more, mirtilli e ciliegie, con note speziate e vanigliate ed un finale balsamico. Al sapore: grande struttura e lunga persistenza, morbido ed armonico, con tannini dolci e giusta acidità. La Riserva 2019 prodotta in 2500 bottiglie appena ed affina in piccole botti di rovere d’oltralpe

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