Per cambiare il disciplinare e rendere l’Orvieto DOC una grande opportunità per chi cerca un vino low-alcohol si sono mossi i big: Pier Paolo Chiasso (società Chiasso Cotarella), Paolo Nardo (Gruppo Italiano Vini) e Massimiliano Pasquini (Castello della Sala – Marchesi Antinori) affiancati dal produttore Enzo Barbi (Decugnano dei Barbi), storico interprete della Doc e protagonista del rinnovamento del territorio. Con loro Riccardo Cotarella che presiede la Commissione tecnico-scientifica della denominazione umbra.

Tutto parte dall’ approvazione definitiva del nuovo disciplinare da parte del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (Masaf): ora sarà possibile produrre Orvieto Doc con gradazione alcolica minima di 10 gradi. La modifica ordinaria è stata già pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana (n. 111 del 15 maggio 2025) ed è in attesa dell’ultimo passaggio formale a livello comunitario, che ne sancirà la piena efficacia.
I primi due vini a bassa gradazione (annata 2024) – 10 e 10,5 gradi – sono stati prodotti da due aziende consorziate e sono attualmente sul mercato. La produzione verrà confermata anche con la vendemmia 2025, segno che il progetto ha già dato risultati concreti, in termini sia qualitativi che commerciali. La nuova possibilità rappresenta una risposta concreta all’evoluzione del clima, dei consumi e dei mercati.
Il gruppo di enologi ha presentato nei giorni scorsi i nuovi campioni alla base associativa del Consorzio Tutela Vini di Orvieto; i soci hanno potuto degustare alla cieca i due nuovi vini, già imbottigliati, riscontrando un equilibrio aromatico e gustativo sorprendente, unito a una riconoscibilità territoriale ben preservata. Il presidente del Consorzio, Vincenzo Cecci ha commentato: «Dall’adattamento climatico nasce un’idea di valore. Con la modifica al disciplinare e la concreta messa in commercio dei primi Orvieto Doc a bassa gradazione, offriamo al mercato una risposta reale: vini più moderni, più leggeri, ma profondamente radicati nel nostro territorio».
Riccardo Cotarella ha sottolineato il carattere innovativo dell’operazione: «Questo risultato dimostra che un vino può rimanere identitario e di qualità anche con un grado alcolico più contenuto. Siamo i primi in Italia a fare questo passo in ambito Doc, e lo facciamo con coerenza e consapevolezza tecnica».
Per i tre enologi – Paolo Nardo, Massimiliano Pasquini e Pier Paolo Chiasso – : «Oggi compiamo un passo importante per l’Orvieto, un passo che guarda avanti senza dimenticare le radici. Questa nuova tipologia a 10 gradi alcolici nasce dall’ascolto attento dei segnali che ci arrivano dal territorio, dal clima e dai consumatori. Viviamo un’epoca in cui freschezza, bevibilità e leggerezza sono sempre più richieste, ma senza mai sacrificare la qualità e l’identità. Abbiamo lavorato per creare un Orvieto capace di raccontare la ricchezza delle nostre uve e del nostro terroir, in una versione più moderna e versatile.
Non si tratta di sostituire l’Orvieto Classico o Superiore, ma di affiancare un’opzione nuova, pensata per i giovani, per i locali estivi, per gli aperitivi e per chi cerca vini equilibrati e facili da bere, ma con personalità. È una sfida tecnica e culturale: mantenere eleganza, struttura e sapidità in un vino con soli 10 gradi. Per riuscirci, abbiamo messo in campo sperimentazioni su ogni fase della produzione, dalla scelta delle uve alla raccolta anticipata, fino alla vinificazione con lieviti selezionati e basse temperature.
Il risultato? Un vino leggero nel grado alcolico, ma ricco nella qualità, pronto a parlare al mercato e alle nuove esigenze con un linguaggio autentico e contemporaneo. Questo è solo l’inizio. Abbiamo aperto un percorso condiviso, che coinvolgerà produttori, tecnici, ristoratori e comunicatori. L’ Orvieto Doc può e deve essere laboratorio d’innovazione, capace di interpretare i cambiamenti con coraggio, responsabilità e rispetto per la sua storia».