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Maso Martis, Trentodoc, Blanc de Blancs Brut Bio: la degustazione

Il Trentodoc, ovvero il metodo classico prodotto nella provincia autonoma di Trento, è indubbiamente uno dei grandi successi della vitivinicoltura italiana degli ultimi anni. Da una produzione confinata in pochissime realtà produttive – va detto, peraltro, tutte eccellenti che hanno fatto da “garanzia”  alla crescita delle altre cantine – oggi è diventata condivisa da ben 69 produttori atesini.

Le bottiglie vendute nell’ultimo decennio sono passate da 7 a 12,3 milioni di bottiglie; il fatturato è raddoppiato attestandosi a 180 milioni€ realizzati per l’85% nel mercato nazionale. Con un export al 15% i margini per  ulteriori sviluppi ci sono tutti. Del resto, le condizioni per una narrazione di successo ci sono tutte a partire dalla figura di Giulio Ferrari, che della spumantizzazione trentina fu il capostipite. Se aggiungiamo poi territorio, tradizione, variazione climatiche, sostegno importante degli stakeholder locali e tanto lavoro fra vigneti e cantine, il gioco è bello che fatto.

Dal 26 al 28 settembre, il prossimo weekend per capirci, Trento sarà letteralmente invasa dalla quarta edizione del Trentodoc Festival, kermesse organizzata per consolidare la conoscenza delle “bollicine di montagna”. Tantissimi eventi ed occasioni per conoscere i protagonisti.

Fra i quali Maso Martis, cantina che seguiamo sin dai suoi esordi basata su una proprietà risalente al Seicento, esempio calzante di come la spumantistica atesina sia cresciuta: i suoi vigneti, un fazzoletto di 12 ettari, dominano da presso Trento; le uve sono certificate bio anche quando arrivano da conferitori; la produzione è limitata a 100mila bottiglie l’anno. Azienda famigliare – casa, cantina e vigneti tutti nello stesso compound -, tanto lavoro personale per presentare i propri Trentodoc in giro per il mondo. Grande attenzione ai dettagli.

Il Blanc de Blanc è l’entry level della collezione: chardonnay in purezza, ovviamente; lavorazione da tradizione per un metodo classico a partire dalla vendemmia manuale, pressatura soffice, dopo la prima fermentazione si esegue la cuvée e quindi l’aggiunta di lieviti selezionati per la seconda fermentazione in  bottiglia che dura fra i 15 ed i 18 mesi, poi remuage e sboccamento. E’ il Trentodoc per tutte le occasioni, quello da aprire senza pensieri, e che permette però di comprendere immediatamente le caratteristiche delle “bollicine di montagna”. Freschezza, profumi netti e intensi, grande bevibilità nonostante la complessità e la ricchezza nel bicchiere. Il suo prezzo si allinea sui 27€ a bottiglia, ben spesi.

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