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Lamole di Lamole, debutta la seconda Gran Selezione: “Vigna Grospoli”

18 marzo 2022

(di Giulio Bendfeldt) Lamole di Lamole è “l’antenna” toscana del gruppo vinicolo Santa Margherita (che poi nel tempo si è ampliato anche alla Maremma) ed è capofila della conversione biologica (da quest’anno la certificazione sarà in etichetta) dell’intera galassia di Fossalta di Portogruaro, sbarcata nel Chianti classico in altura ancora nel 1993. Lamole di Lamole si sviluppa su oltre 280 ettari, quaranta dei quali vitati, con vigne d’età media sui trent’anni con punte di oltre settanta nel vigneto Il Prato. Alma mater di Lamole sono i resti di un vecchio magazzino del medioevale castello che presidiava questa zona produttiva e dove è oggi ubicata la cantina storica e l’area di affinamento (Vinsanto compreso) mentre oggi è in una vecchia distilleria a Greve in Chianti il cuore operativo con la parte ristorazione/ospitalità.

Sino a quest’anno, Lamole di Lamole presentava in linea una sola Gran Selezione, lo storico cru “Vigneto di Campolungo”, posizionato immediatamente sotto la piazza principale del borgo diffuso di Lamole, vicino al cimitero, dominante la “conca d’oro” con gli storici terrazzamenti ristrutturati. Ma oggi i “Gran Selezione” sono due con il debutto del Chianti classico DOCG “Vigna Grospoli”. Rispetto al Campolungo, questo vigneto si trova ancora più in altura, a circa 600 metri sul mare, su un terrazzamento esposto a sud-ovest, senza bosco attorno, con un livello di insolazione davvero importante mitigato dalla forza dei venti. La vigna è coltivata ad alberello toscano e poggia su un terreno sabbioso.

Sangiovese in purezza, selezione ottica degli acini da vinificare, dopo la pressatura il mosto fermenta in botti troncoconiche da 50 hl con macerazione secondo la “differita”; periodo di maturazione in legno di circa due anni, dapprima nelle medesime botti di fermentazione e poi in botti di rovere da 30 hl cui si aggiunge un altro anno in vetro. Raffinato ed elegante come dev’essere un Chianti d’altura, rinuncia alla potenza, con note vincenti di sottobosco e macchia mediterranea. Molto ricco al naso, di grande coerenza ed appagamento al palato. Tanto da incassare nell’autunno scorso il suo primo 3 Bicchieri ancora prima di debuttare sul mercato.

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