15 marzo 2022
(di Beppe Giuliano) Quattro anni per un gruppo d’imprese non sono molti, ma neppure pochi in realtà, per capire come sta avanzando il progetto. Nel caso di Corpinnat – la marca collettiva di vigneron catalani in fuga dalla grande denominazione Cava e dal peso dei grandi gruppi che ne determinano le politiche – il bilancio inizia ad essere interessante. Nei giorni scorsi AVEC, ovvero i produttori di Corpinnat (Gramona, Llopart, Nadal, Recaredo, Sabatè i Coca, Torellò, Huguet de Can Feixes, Julia Bernet, Mas Candì, DescRegut e Pardas) hanno reso noti i dati di bilancio. Il fatturato 2021 è salito a 23,1 milioni€, in crescita sia sul 2020 (quando era crollato a 16,8 milioni€) sia sul 2019 (allora si era arrivati a 20,7 milioni). La crescita in percentuale è stata del 37,5% sull’esercizio precedente e dell’11,5% sull’ultimo bilancio pre-pandemia. Le bottiglie vendute sono state 2,3 milioni al prezzo medio di 17,35€ in ripresa sia sul 2020 (allora si era scesi a 1,7 milioni) sia sul 2019 (2,2 milioni di bottiglie al prezzo medio di 17,00€). Per capirsi, il Cava a settembre scorso era cresciuto del 16,45% portandosi a 170 milioni di bottiglie, con una previsione di chiusura a dicembre ben oltre i 200 milioni di bottiglie vendute nel mondo (primo mercato la Germania che controlla anche la proprietà del maggiore produttore catalano, Freixenet).
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Corpinnat poggia su una base produttiva di 644 ettari rigorosamente a conduzione biologica (il Cava vanta ben 38mila ettari in produzione…) di proprietà, in crescita del 6% sul 2020, cui vanno aggiunti altri 57 in affitto (più 58%) ed altri 347 di vignaioli indipendenti (attivi anche sui vini fermi). Insomma, stando larghi un migliaio di ettari che sono al 90% destinati a varietà autoctone (le classiche che compongono il Cava: xarel-lo, macabeu e parellada, cui si aggiungono garnacha nera, monestrell, sumoll e xarel-lo rosso). Ammessi anche gli internazionali chardonnay e pinot nero più malvasia e trepat. I viticoltori indipendenti hanno contratti a lungo termine con le cantine Corpinnat e un prezzo minimo garantito, che nel 2022, come contrassegnato dal Regolamento d’uso del marchio collettivo, sarà di € 0,70 / kg + CPI agricolo.
L’unico dato negativo del 2021 sono state le visite e le esperienze enoturistiche che, rispetto al 2020, sono diminuite di circa il 40% (da 34.827 a 21.144) a causa delle restrizioni causate dalla pandemia e della tradizionale difficoltà nel portare i milioni di turisti di Barcellona nell’entroterra. Per quanto riguarda il volume delle esportazioni, destinate a 55 paesi, rimane praticamente stabile con il 19,7% della produzione totale. Come per il Cava, è la Germania il primo mercato
Dove Corpinnat batte il Cava è nella tipologia venduta: l’83% delle bottiglie commercializzate lo scorso anno ha avuto più di 30 mesi di affinamento in cantina e il 28% ha superato i 60 mesi, ben al di sopra della media degli spumanti iberici. Il prossimo 10 aprile sarà la giornata mondiale del Corpinnat che dovrebbe dare un’ulteriore accelerazione al processo di crescita del progetto.